Consegna delle chiavi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Francesco Canini

Consegna delle chiavi a San Pietro datato 1646

Parete destra

Restaurato con finanziamento di Ettore Bernabei 1989

operatore Mariano Marziali

Già sul secondo altare a destra (F. Brogi, 1897, p. 564, maniera di Gio. Paolo Pisani, cm 233x167), il dipinto su tela è ora collocato sulla parete destra. Da documenti di archivio risulta che l’opera “de’ gloriosi Apostoli Pietro e Paolo” fu commissionata nel 1645 al pittore Francesco Canini dal pievano Mattia Farnetani, cui forse si riferisce lo stemma in basso (Archivio Comune Sinalunga, Libro di memorie, 1, p. 265). Il soggetto è più facilmente identificabile con la consegna delle chiavi a San Pietro, anche se la figura di San Paolo è visibile al centro della tela sul fondo. La composizione affollata, le caratterizzazioni delle figure degli apostoli, gli intenti naturalistici che si rivelano specialmente nei forti contrasti di luci ed ombre, indicano nella produzione di Domenico Manetti, figlio del più celebre Rutilio, il principale punto di riferimento del nostro pittore. Francesco Canini è un artista noto attraverso alcuni documenti di archivio che hanno consentito di riferirgli alcune opere, come quella in esame. Ad essa vanno aggiunte tre piccole tele di coronamento della tavola del Sodoma in San Martino a Sinalunga del 1630 circa, una Annunciazione del 1632 per la stessa chiesa, dispersa (R. Longi in Arte e storia nella Collegiata di Sinalunga, Chiusi 1995, pp. 57-58). Per ragioni stilistiche vanno ad arricchire la sua produzione alcune opere come l’Ultima cena del convento di San Bernardino a Sinalunga, datata 1629, e la tela con la Decollazione del Battista in questa chiesa di S. Pietro ad Mensulas (vedi ‘Quaderni Sinalunghesi’, anno x, 1, settembre 1999). Da altri documenti che mi sono stati segnalati da Stelvio Mambrini, recuperati nell’archivio vescovile di Chiusi, tra le carte della parrocchia di S. Croce ad Abbadia S. Salvatore, il nostro sconosciuto pittore risulta originario di Radicofani, attivo e presente ad Abbadia S. Salvatore dal 1616 al 1622.